Storia

La storia di Villacidro

la storia di Villacidro affonda le radici nella preistoria. La zona ebbe un periodo di forte sviluppo durante la dominazione romana, poi nel medioevo fu soggetta al Giudicato, a Pisa e infine agli aragonesi che imposero il feudalesimo

La storia di Villacidro inizia nella notte dei tempi: la zona era infatti abitata già durante la preistoria, come dimostrato dai alcuni ritrovamenti datati al neolitico. Altri e più numerosi reperti risalgono all’epoca dei nuraghi: Cuccuru muntoni, Narti, Nuraxi, Cuccur'e crabas, e Genna uraxi. Durante la dominazione di Roma la zona subì un certo incremento demografico e, secondo alcuni storici, proprio a questo periodo risale la fondazione del borgo di Villacidro; di questo periodo ci sono rimasti i resti di due terme e una necropoli.

Durante il medioevo Villacidro, che allora si chiamava Xedri de Leni, fu parte del Giudicato di Cagliari e successivamente di Pisa, prima di cadere sotto gli aragonesi nel 1328. Nei secoli successivi al comando si alternarono diverse famiglie come i Gerp, i Brondo e i Civiller, nell’ottica di un sistema feudale che crollò soltanto nel 1839 per mano dei Savoia. All’inizio degli anni Duemila fu, insieme a Sanluri, capoluogo della neonata provincia del Medio Campidano, ente che però venne soppresso nel 2016.

Sull’origine del nome Villacidro ci sono varie ipotesi: secondo alcuni deriverebbe dal latino "villa citra”, ovvero città al di qua del fiume. Altri sostengono che sia un’evoluzione della locuzione "Bidda de is cirdius” ossia villaggio dei morti, visto che nel medioevo gli abitanti della vicina Villascema furono costretti ad abbandonare tutto per via della peste. C’è poi chi dice che il nome originario della città fosse Orto de Cidro, con riferimento agli alberi di cedro.

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